mercoledì 8 aprile 2009

Dani Karavan a Calenzano




sabato 21 marzo 2009

domenica 15 febbraio 2009

Madonna col cardellino


domenica 8 febbraio 2009

Gustav Vigeland










Adolf Gustav Vigeland (Mandal, 11 aprile 1869Oslo, 12 marzo 1943) è stato uno scultore norvegese. La sua fama è legata soprattutto al Parco di Vigeland, un'area all'interno del Frognerparken di Oslo dove sono esposte oltre duecento sue sculture ed altri lavori.





http://www.museumsnett.no/vigelandmuseet/eindex.htm

mercoledì 28 gennaio 2009

Jackson Pollock

Full-Fathom-Five-1947



Number-One


Paul Jackson Pollock nasce a Cody, Wyoming, il 28 gennaio 1912. Cresce in Arizona e California; qui entra in contatto con la cultura popolare indiana e pellerossa, che resterà un riferimento importante nella sua ricerca artistica.Nel 1928 frequenta la Manual Arts High School di Los Angeles, ma ne viene espulso.Nell'autunno del 1930 si reca a New York e studia all'Art Students League avendo per insegnante Thomas Hart Benton, che lo incoraggerà nei dieci anni seguenti.Nei primi anni '30, Pollock conosce e apprezza la pittura sociale realista messicana di José Clemente Orozco e Diego Rivera; per tutto il decennio viaggia molto negli Stati Uniti, ma per la maggior parte del tempo vive a New York, dove si stabilisce definitivamente nel 1935 entrando nel WPA, Federal Art Project (progetto promosso dal Governo Usa per sostenere gli artisti rimasti senza lavoro durante la depressione economica), alla divisione Murales. Vi rimarrà fino al ’42, occupandosi anche della pittura a cavalletto; sempre a New York, nel 1936, opera nella bottega di David Alfaro Siqueiros.La scoperta di Picasso, insieme alla grande mostra del Surrealismo europeo, allestita a New York nel 1936, gli permette di rompere definitivamente con le "provinciali" influenze americane.
Nel 1942 conosce Lee Krasner: sarà lei a introdurlo negli ambienti più interessanti di New York, a presentargli, tra gli altri, personaggi come De Kooning. Il sodalizio con lei giocherà un ruolo importantissimo nel suo percorso artistico e umano.
Le esperienze di Mirò, Gorky e quelle contemporanee di De Kooning contribuiscono ad accrescere il suo interesse per il segno e l’automatismo, come espressione immediata e diretta del proprio sentire. In questa fase, le sue opere restano allusive a forme riconoscibili e non approdano subito alla totale astrazione.
Nel 1943 tiene la prima personale alla galleria di Peggy Guggenheim a New York, Art of This Century; Peggy Guggenheim gli offre un contratto che dura fino al 1947 e che gli permette di dedicarsi esclusivamente alla pittura.In questa fase si evidenzia l’assimilazione del linguaggio delle avanguardie europee (Surrealismo, Cubismo e Picasso) animata da quella che diventerà la componente forte della sua pittura: la carica segnica e gestuale. Alla fascinazione per l’analisi junghiana (che lo spinge alla ricerca di archetipi, di forme primarie, comuni all’inconscio collettivo) si aggiunge inoltre quella per l’arte degli indiani d’America, in particolare le pitture di sabbia (sand painting) dei Navajo.Nelle opere anteriori al 1947 si avverte l'influenza di Pablo Picasso e del Surrealismo; nei primi anni '40 partecipa a diverse mostre di arte surrealista e astratta, tra cui Natural, Insane, Surrealist Art, alla galleria Art of This Century nel 1943, e Abstract and Surrealist Art in America, allestita da Sidney Janis alla Mortimer Brandt Gallery di New York nel 1944.
Nell'autunno del 1945 sposa Lee Krasner e si stabilisce a The Springs, East Hampton. Nel 1952 ha luogo la prima personale a Parigi, allo Studio Paul Facchetti, e la prima retrospettiva al Bennington College nel Vermont, organizzata da Clement Greenberg. Partecipa a diverse collettive, tra cui quelle annuali al Whitney Museum of American Art di New York a partire dal 1946, e alla Biennale di Venezia nel 1950. I suoi lavori sono conosciuti ed esposti in tutto il mondo, ma non viaggia mai fuori dagli Stati Uniti.A partire dal 1947, la superficie della tela si fa sempre più grande, come più grandi si fanno i pennelli, così da consentire un sempre maggiore distacco dalla tela.
Il passo successivo, dal ’49, è l’adozione della tecnica del "dripping": l’utilizzo del colore gocciolato dal pennello o direttamente dai barattoli su superfici, cartone o tela disposte orizzontalmente e lavorate su tutti i lati, con la creazione di grovigli di segni, macchie, spruzzi, aloni; tutto il corpo dell’artista viene coinvolto e il segno è governato dalla gestualità del braccio.
Negli ultimi dipinti di questo periodo, per cui il critico Greenberg inventò il termine di "Action painting", si aggiungono spesso sabbia, ciottoli, filo metallico, pezzi di vetro. Dal 1950 al 1952 Pollock raggiunge risultati di intensità quasi delirante che traducono le sue tensioni interne in quadri esclusivamente bianchi e neri. Negli ultimi anni riprende poi il suo stile fatto di frenetiche forme circolari di colore in stratificazioni materiche sempre più intense. Nell’immagine che risulta non vi è centro né direzione di osservazione: è pittura "all over" (a tutto campo). Si è parlato, a questo proposito, di "Espressionismo astratto" perché il dipingere nasce come emersione di una pulsione, carica di energia, anche violenta, manifestazione di uno stato d’animo che scavalca qualsiasi progetto per affidarsi a una "automaticità" del gesto che nasce dal profondo.
Nel 1950 firma la protesta degli Irascibili; nello stesso anno espone tre opere all XXV Biennale di Venezia e Peggy Guggenheim organizza contemporaneamente per lui, in città, una mostra al Museo Correr. Afflitto da sempre dall’alcool, contro il quale ha anche molto combattuto con alterne fortune, ricomincia a bere oltre misura e dal 1954 rallenta la sua attività.
Muore in un incidente stradale a New York l’11 agosto 1956.
La sua figura diviene presto un mito, alimentato dai tratti caratteristici emblematici: la ribellione, la dipendenza dall’alcool, l’attrazione per le filosofie orientali e la psicologia junghiana, la contiguità con le ricerche musicali più avanzate (John Cage), l’improvvisazione e la creatività immediata su un tema iniziale, (tipica in quegli anni anche del Jazz e del Be bop), la ricerca di libertà nei confronti della forma (che sarà in seguito carattere peculiare degli happening), perfino la drammatica fine.
Ritenuto il maggior rappresentante dell'Action Painting e dell’Espressionismo astratto, ha rappresentato un momento importante della ricerca artistica del secolo scorso e la prima affermazione del mondo statunitense come nuovo centro dell’arte nella seconda metà del ‘900.



Tratto da archimagazine




sabato 17 gennaio 2009

To The Dancers in the Ice "Emilie Simon"

Poco riesce ancora a aprirmi il cuore e a farmi provare una dolce meraviglia, sicuramente tra quel poco c'è l'infinità del mistero della natura e della vita...una sensazione bellissima!

venerdì 2 gennaio 2009

mercoledì 31 dicembre 2008

Waiting on An Angel Ben Harper

Notte :)...l'ultima del 2008

Damien Rice - 9 crimes

martedì 23 dicembre 2008

Auguri a tutti

martedì 9 dicembre 2008

SOCIAL CARD? NO GRAZIE

mercoledì 3 dicembre 2008

martedì 2 dicembre 2008

TURNER E L'ITALIA


Joseph Mallord William Turner (1775-1851) è il più grande pittore romantico. La sua arte, nata dall'emozione provata davanti allo spettacolo della natura, è la restituzione di «qualche cosa di inafferrabile», la creazione di uno spazio del tutto nuovo e moderno, intriso di luce e di colore, nel quale si dissolve la prospettiva. L'Italia ha avuto un ruolo fondamentale nella formazione della sua poetica. Fin dalla giovinezza e poi durante tutta la sua vita egli fu affascinato dal nostro paese e dalla sua tradizione artistica. Ancor prima di recarvisi in viaggio, quando era allievo di Thomas Monro a Londra, già studiava le opere di soggetto italiano dei maestri antichi e moderni. In seguito, durante i suoi soggiorni in Italia, realizzò acquerelli e disegni dal vero che utilizzò poi come studi preparatori per molte delle sue più belle e celebri creazioni.


Apertura della mostra

16 novembre 2008 - 22 febbraio 2009

Orari di apertura

Aperto tutti i giorni, feriali e festivi, lunedì incluso:9.00-19.00 orario continuato

Aperto anche 8 dicembre, 25 e 26 dicembre, 1 e 6 gennaio(la biglietteria chiude 30 minuti prima)


Palazzo dei Diamanti Corso Ercole I d'Este, 21 - 44100 Ferrara


tel. 0532.244949 fax 0532.203064 lunedì-venerdì: 8.30-18.30 sabato e prefestivi:

9.00-18.00 domenica durante il periodo di mostra: 10.30-15.30


Per saperne ( e vederne) di più:




sabato 8 novembre 2008

Firenze per Fattori



I Luoghi di Giovanni Fattori nell'Accademia di Belle Arti di Firenze, passato e presente: una mostra, curata da Giuliana Videtta e Anna Gallo Martucci e promossa da Ente Cassa di Risparmio di Firenze, che invita ad uno sguardo attento alle opere ma anche al luogo fisico che le accoglie.

Il percorso accompagna il visitatore attraverso 60 anni della vita artistica di Fattori ma offre anche un’occasione unica per entrare nella storia di uno degli Istituti più importanti della vita artistica cittadina, l’Accademia di Belle Arti di Firenze, riportata idealmente a quell’unità ancora esistente alla fine dell’800 fra Accademia del Disegno, Accademia di Belle Arti e Galleria dell'Accademia.



Per la prima volta il pubblico può ripercorrere gli stessi passi di Fattori attraverso la loggia, il chiostro, il giardino; può sostare nell'aula in cui l’artista tenne lezione negli ultimi anni (ricostruita con arredi d'epoca, secondo le fotografie scattate durante le lezioni del vecchio maestro); e può gustare gli “affacci“sulla Biblioteca, sul Cenacolo, che ancora evocano l'antico convento di San Matteo, sulla Gipsoteca del Bartolini, oggi custodita nella Galleria dell'Accademia ma allora parte integrante dell'Accademia di Belle Arti e sulla secentesca Cappellina di Giovanni da San Giovanni.

Al contempo può ammirare più di 130 opere, fra dipinti, disegni, acqueforti e incisioni. Opere che illustrano il vissuto dell’Accademia in quegli anni, con particolare riferimento alle produzioni del giovane Fattori e dei maestri (P. Benvenuti, V. Consani, G. Bezzuoli, A. Ciseri, G. Duprè, E. Pollastrini, G. Moricci, A. Rivalta) e nel confronto fra la produzione dell’artista con i contemporanei presenti in Accademia (fra gli altri G. Boldini, O. Borrani, A. Cecioni, i puristi L. Mussini e S. Ussi, i macchiaioli S. Lega e T. Signorini).

La mostra ripercorre anche i temi creativi di Fattori: quelli di storia (Elisabetta d’Inghilterra, Maria Stuarda al campo di Crookstone), i temi militari (Carica di Cavalleria, Gli eccidi di Mantova, Grandi manovre), quelli di paesaggio e vita di campagna (Tempesta sul mare, Bovi al carro).

Parte dell’esposizione approfondisce un aspetto artistico e sociale della storia di Fattori e dell’Accademia: quadri, documenti e immagini fotografiche testimoniano la presenza in Accademia delle allieve, dopo l’istituzione a Firenze del Corso femminile di Disegno di Figura affidato all’insegnamento dello stesso Fattori.
19settembre
23 novembre
Firenze Accademia di Belle arti del Disegno
Via Ricasoli 66
0552381443

sabato 18 ottobre 2008

venerdì 17 ottobre 2008

Paco de Lucia "la Barrosa"

Keith Jarrett Solo Concert

giovedì 16 ottobre 2008

Pink Floyd Wish you were here

giovedì 9 ottobre 2008

Picasso in mostra



Picasso 1917-1937


PICASSO ARLECCHINO, 180 OPERE AL VITTORIANO




ROMA - Torna a Roma il genio di Pablo Picasso a 55 anni dalla storica mostra dedicatagli dalla Galleria Nazionale d'Arte Moderna, che fu curata dall'artista in persona. Dall'11 ottobre oltre 180 opere, tra oli, lavori su carta, sculture, provenienti dai maggiori musei internazionali, saranno esposte al Vittoriano per raccontare il periodo tra le due guerre, considerato il più creativo, eterogeneo e cruciale per l'arte di Picasso. Ideata da Yve-Lain Bois, storico dell'arte all'università di Princeton, la mostra si intitola Picasso 1917-1937. L'Arlecchino dell'arte, a sottolineare le finalità di una rassegna che di certo colma una lacuna nel panorama espositivo della capitale. Tra i più prolifici della storia dell'arte, il pittore spagnolo é per questo motivo tra i più difficili da rappresentare. Il curatore ha quindi individuato un arco temporale capace di costituire una sintesi di ricerca e di stili. E il periodo tra il 1917 e il 1937 ingloba, secondo Bois, tutti gli altri, precedenti e futuri, in quanto sottolinea la straordinaria diversità di Picasso rispetto agli artisti suoi contemporanei. Nell'immediato dopoguerra, spiega il curatore nel catalogo pubblicato da Skira, "Picasso smette di sostituire una data maniera con un'altra e non scarta più nulla, inventando stili sempre nuovi senza mai eliminare quelli precedenti". Anzi, nel corso degli anni, l'artista "si costruisce un incredibile arsenale di forme e approcci al quale attinge liberamente ogni volta che ne ha voglia e che lo ritiene opportuno". In questo contesto, la figura di Arlecchino, "maschera leggendaria", assume il valore di metafora dell'"estrema libertà dell'artista nei confronti del proprio corpus di opere e dell'intenso desiderio di mantenere vivo qualsiasi prodotto creato dalle sue mani". E ciò senza mai "sentire il peso del concetto di 'evoluzione' cronologica". In questo, sostiene lo studioso, sta la vera rivoluzione di Picasso, che riesce a rappresentare la figura di Arlecchino con stilemi diversi. Come si vedrà eccezionalmente in mostra, con un classico Arlecchino (Ritratto di Leonice Massine) del 1917, proveniente dal Museu Picasso di Barcellona, o con lo splendido Arlecchino suonatore cubista del '24 (dalla National Gallery of Art di Washington), per arrivare all'Arlecchino astrattista del '27 (dal Metropolitan Museum di New York) e alla Testa di Arlecchino surrelista, sempre dello stesso anno (prestito di una collezione privata). A celebrare Picasso al Vittoriano anche un celebre dipinto che torna a Roma per la prima volta dal 1917. Si tratta de L'Italienne, opera custodita alla Fondazione Collezione Burhle, dipinta dall'artista durante il suo primo soggiorno nella città eterna, l'allegra scomposizione cubista di una fanciulla italiana con il profilo del cupolone sullo sfondo. E' il momento in cui Picasso decide di recuperare la tradizione classica, con la consapevolezza che niente va più scartato. Ma, nel 1925, stanco di alternare solo due stili, il neoclassicismo e il cubismo, si accosta al surrealismo con risultati eccezionali e torna a riflettere sull'astrattismo, come dimostra il capolavoro Due donne davanti alla finestra (da Houston).

dal 10/10/2008 al 08/02/2009

Dove: Complesso del Vittoriano
Via di San Pietro In Carcere
Roma
Info. tel. 066780664
museo.vittoriano1@tiscali.it

mercoledì 1 ottobre 2008

la isla kim ki duk


Molti mesi fa ho visto questo film molto particolare...è dello stesso regista di ferro 3...non te lo consiglio se hai lo stomaco debole, ma se sei amante dei film con pochissimi dialoghi lo troverai interessante...vedere per credere...

martedì 30 settembre 2008

Bill Viola IN FLUX

lunedì 22 settembre 2008

ferro 3 - la casa vuota - iron 3 - kim ki-duk


Sabato notte su rai3 è stato trasmesso questo film.

E' sicuramente uno dei più bei film che ho visto ultimamente, profondo, coinvolgente e magico. Assolutamente da vedere!

martedì 16 settembre 2008

Ben Harper - Amen Omen






What started as a whisper
Slowly turned into a scream
Searching for an answer
Where the question is unseen
I don't know where you came from
And I don't know where you've gone
Old friends become old strangers
Between the darkness and the dawn
Amen Omen
Will I see your face again
Amen Omen
Can I find the place within
To live my life without you

I still hear you saying
All of life is a chance
And is sweetest
When at a glance
But I live a hundred
Lifetimes in a day
But I die a little
In every breath that I take

Amen Omen
Will I see your face again
Amen Omen
Can I find the place within
To live my life without you

I listen to a whisper
Slowly drift away
Silence is the loudest
Parting word you never say
I put your world
Into my veins
Now a voiceless sympathy
Is all that remains

Amen Omen
Will I see your face again
Amen Omen
Can I find the place within
To live my life without you


lunedì 15 settembre 2008

seychelles




sabato 13 settembre 2008

COMING OF AGE. Arte americana, 1850-1950. Peggy Guggenheim Collections

Comunicato della mostra : COMING OF AGE. Arte americana, 1850-1950
Nel corso dei cent’anni dal 1850 al 1950, l’arte e la cultura americane sono maturate, sviluppandosi dall’ambito provinciale a quello internazionale e dalla trasposizione letterale del particolare all’interpretazione astratta degli ideali universali. Coming of Age esplora il lungo e complesso processo di maturazione che ebbe luogo nel corso di questo secolo formativo dell’arte americana. Questa selezione di opere della nota collezione dell'Addison Gallery, e precedentemente esposta alla Dulwich Picture Gallery di Londra, offre un esauriente panorama dei principali sviluppi in un periodo di cento anni segnato dal sorgere del modernismo e da drammatici cambiamenti del panorama fisico e sociale. "Coming of Age. L'arte americana dal 1850 al 1950" è una mostra organizzata dall'American Federation of Arts, New York e l'Addison Gallery of American Art, Phillips Academy, Andover, Massachusetts, e resa possibile, in parte, grazie alla Crosby Kemper Foundation, a Frank B. Bennett e William D. Cohan, con ulteriore supporto offerto dal Philip e Janice Levin Foundation Fund, Collection-Based Exhibitions dell'American Federation of Arts. Curatori: William Agee, Professor of Art History al Hunter College, New York, e Susan Faxon, Associate Director and Curator alla Addison Gallery.

Collezione Peggy Guggenheim
28 giugno - 12 ottobre 2008
Peggy Guggenheim CollectionsPalazzo Venier dei Leoni -
Dorsoduro 701Venezia
info@guggenheim-
venice.ithttp://www.guggenheim-venice.it/











Charles Sheeler e Edward Hopper

mercoledì 10 settembre 2008

GOD John Lennon

mercoledì 3 settembre 2008

Colazione da Tiffany

Sei dollari e settantacinque, un oggetto di puro capriccio


Inakadate

Nella cittadina di Inakadate , in Giappone, a settembre si celebra un evento collegato al raccolto di riso. Dalla combinazione di piante dal fogliame di diverso colore, i contadini riescono a creare incredibili macro composizioni nei campi di riso.
A pinktentacle potete vedere qualche altra opera.

martedì 2 settembre 2008

Bob Marley- Everything's gonna be alright



Dedicata alla mia sorellina Sara. In bocca al lupo per l'esame!!!!!

giovedì 28 agosto 2008

Passepartout - La danza macabra

(Parte 1 di 3)



(Parte 2 di 3)



(Parte 3 di 3)



Quanto ci piace quest'uomo!!! Uno dei pochi programmi intelligenti della nostra televisione

mercoledì 30 luglio 2008

martedì 29 luglio 2008

giovedì 24 luglio 2008

Lo yoga della risata

Cos'è lo Yoga della Risata? È una serie di tecniche che utilizza esercizi di respirazione profonda propri dello Yoga, esercizi di risata stimolata, di stretching e di gioco per Ridere senza motivo.
L'organismo può così beneficiare di tutti gli effetti positivi prodotti da una risata spontanea; a forza di simulare ci si ritrova poi a ridere sul serio, rieducando il senso dell’umorismo. Infatti, se il senso dell’umorismo (causa) porta alla risata (effetto), è anche vero il contrario: provando a ridere in gruppo senza motivo le inibizioni si sciolgono e il senso dell’umorismo viene alla luce


Il dottor Madan Kataria per primo ha intuito che associando la risata alla pratica dello Yoga si sommano ai benefici propri di questa disciplina quelli peculiari del ridere.
Lo Yoga armonizza corpo, mente e spirito, e permette di realizzare un perfetto equilibrio psico-fisico;
ridere produce un benefico massaggio interno, soprattutto a livello addominale, stimola la circolazione e rafforza, insieme alla respirazione profonda con cui s’intervallano le risate, il nostro apparato respiratorio...continua...

www.yogadellarisata.it